www.khamsin.ch


Vai ai contenuti

Curiosità

Alcuni dei migliori amici hanno commentato la trama del primo libro Krystal e Candida, vi faccio partecipi delle loro opinioni.

Lettera a un'amica

Cara Saskia,
abitualmente salto a piè pari le prefazioni dei libri che mi appresto a leggere, ed è già un bel grattacapo, visto che ho promesso di scrivere qualche riga introduttiva al tuo racconto. Ma questo mi sembra addirittura una piccola e veniale incoerenza rispetto a quella che ora sono costretto a confessarti. E cioè che io non ho mai, ma proprio mai, creduto alle fiabe ("questo può spiegare molte cose", sentenzierà qualcuno che ritiene di conoscermi). C'è di più. Non ho mai trovato eroici e degni di ammirazioni i personaggi delle favole: sempre sfacciatamente fortunati, fanaticamente avventurosi, inverosimilmente coraggiosi, e immancabilmente dotati di qualche potere magico o dell'aiutino di premurose fate turchine. Tutto troppo facile, troppo semplice. Così, se proprio era il caso di fantasticare,per me, e immagino per tanti altri come me, i racconti dovevano senz'altro e al più presto tramutarsi in scene assai concrete, sasso fionda lotta, soprattutto niente principi e principesse, nulla che non fosse reale e realizzabile, che non fosse possibile, ora e subito. Ma soprattutto alle fiabe non ci ho creduto nemmeno da adulto, e converrai che questo è davvero l'aspetto più grave e inquietante. Pazienza non crederci da bambino, quando devi cominciare a inventarti una vita, e intuisci subito che mica puoi costruirla con misteriose pozioni e infallibili bacchette magiche. Ma non crederci quando sei in età matura è davvero il colmo. Uno scandalo. Ma come?! Hai visto mezzo mondo, qualche guerra, abbondanti esempi di scemenza umana, molta volgarità che avanza, gli effetti devastanti di bugie e manipolazioni politiche, e ancora ti permetti di ritenere inutili e infantili le fiabe? Eppure, cara Saskia, proprio leggendo per puro spirito d'amicizia questo tuo racconto, seguendo le avventure delle algide Krystal e Candida, ammirando i prodigi di elfi e pitti, entrando in regni costruiti sul ghiaccio o nel deserto, ma soprattutto pensando alla paura e poi all'invincibile e fecondo coraggio di aprirsi a nuovi mondi, ecco ho avuto la definitiva conferma: le favole, o certe favole, non servono affatto ai bambini, ma servono ai più grandi! Con la speranza che possano in qualche modo contagiare la realtà. E con affettuosa invidia, visto che le fiabe non ho saputo non dico inventarle, ma nemmeno raccontarle.
Aldo Sofia
(giornalista RSI)


L'Autrice | I Libri | L'Editore | Agenda | Curiosità | Mondo Khamsin | I Media | Contatti | Mappa del sito


Torna ai contenuti | Torna al menu